Il gesto del Dono è gesto importante di vera e propria condivisione.
Un regalo non è solo un oggetto che si trasmette da una persona all ’altra ma qualcosa che da me passa te. Capita nel mio lavoro di poter accettare un dono da un cliente particolarmente riconoscente, che con un piccolo gesto, con un piccolo dono, rende il nostro lavoro ancor più speciale.
Il dono ai giorni nostri non ha più il suo posto. Esiste posto per il mercato, esiste posto per lo scambio, anzi spesso il dono è fatto con interesse in un’epoca in cui l’abbondanza e l’opulenza neutralizzano ogni forma di libertà.
Poiché donare è diverso da dare perché nel dare c’è la vendita lo scambio il prestito. Nel donare c’è un soggetto, il donatore che nella libertà, non costretto, e per generosità fa un dono all’altro.
Questa è l’ambiguità che pesa sul donare, sul «Timeo Danaos et dona ferentes», «Temo i Greci anche quando portano doni».
Vien da dire che del dono ci possono essere diverse letture, poiché il dono può essere rifiutato, poiché il dono può essere ricevuto senza essere apprezzato fino in fondo e quindi sperperato: donare infatti è l’azione che richiede di assumere un rischio, ma il dono può anche essere pervertito, può diventare uno strumento di pressione.
Per questo il gesto, non è materia, ma azione che senza bandiera o lingua arriva ad ogni latitudine.
Il gesto di chi sorride entrando, di chi saluta, di chi ringrazia chi lo sta servendo è espressione della persona intelligente e con buona capacità sociale.
Per questo l’educazone diventa un valore universale che non dipende esclusivamente dalla cultura del paese in cui ci troviamo. I confini si allargano diventano globali.